Cedolare secca affitti brevi 2021: fino a 4 immobili
La cedolare secca richiama l’attenzione di tantissimi proprietari di immobili ma dal 1 Gennaio 2021 il regime fiscale cambia le carte in tavola. Facciamo chiarezza. La cedolare secca è un sistema di tassazione alternativo che può essere applicato da coloro che percepiscono redditi dalla locazione di immobili prevedendo un’aliquota del 21% per i contratti ordinari e del 10% per i contratti a canone concordato.
I dati parlano chiaro: più del 4% degli inserzionisti dispone di quattro case su Airbnb. Eppure la nuova Legge di Bilancio consente di usufruire della tassazione ridotta solo per quattro immobili locati per brevi periodi dell’anno. Il comma 595, articolo 1 della legge n. 178 del 30 dicembre 2020, afferma che per chi affitta 5 o più immobili, non potrà usufruire della tassazione agevolata del 21% ma scatta l’ipotesi di attività imprenditoriale. Quindi, per tutti coloro che concedono in affitto per brevi periodi più di quattro appartamenti, vi è un effettivo obbligo di detenere una partita IVA. Tale manovra tende a frenare anche i casi in cui la locazione è gestita tramite intermediari (intermediari che non siano società di Property Management) richiamando attorno innumerevoli critiche. Come afferma Marco Celani, presidente dell’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi “La cedolare secca è stato uno straordinario strumento di emersione di redditi sommersi. Gli immobili gestiti con affitti brevi da operatori professionali raramente rendono meno di 10mila euro l’anno, il 65% in più del reddito medio dichiarato oggi da chi usufruisce del beneficio fiscale. La ragione è semplice: i proprietari affidano la casa ad un esperto che la affitta per periodi più brevi, senza rischio di credito con una redditività maggiore. Se il governo vuole veramente favorire un turismo sostenibile deve facilitare l’accoglienza in luoghi oggi non percepiti come meta turistica. La cedolare secca declinata per destinazione (ed es. uno sconto al 10% per i borghi) può essere un incentivo a destinare immobili oggi inutilizzati al mercato degli affitti brevi”. Un dibattito acceso che richiama anche le critiche del presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa che ribadisce i dubbi applicativi della norma.
Inoltre, la Legge di Bilancio 2021, dà vita ad una banca dati delle strutture ricettive e degli immobili indirizzati agli affitti brevi. Sarà un decreto del Mibact a decidere le modalità e la gestione dei codici identificativi regionali. Questi ultimi saranno l’etichetta di ogni immobile con l’offerta e i relativi servizi. Uno strumento in grado di tenere sotto controllo i flussi in chiave anti-evasione.